Visma|Lease a Bike, Wout Van Aert: “Il recupero sta andando bene, ma mentalmente è stata molto dura per me”

Wout van Aert racconta per la prima volta le sue difficoltà dopo la terribile caduta che ha messo fine alla sua ambiziosa primavera. Finito a terra alla Dwars Door Vlaanderen riportando fratture a clavicola, costole e sterno, il leader della Visma | Lease a Bike ha visto così andare in frantumi i suoi sogni di gloria dopo un intero inverno di sacrifici, dovendo rinunciare in seguito anche al Giro d’Italia ormai alle porte. Nel corso di un breve documentario girato dalla sua squadra, intitolato “The Spring Classics: Road to Resilience”, il corridore belga racconta per la prima volta la sua storia dal momento dell’infortunio sino ad oggi.

In questo video disponibile sul canale YouTube della squadra ci sono anche immagini inedite del team e del gruppo, compresa la caduta. “All’inizio è stato uno shock – racconta circa due mesi dopo – Ho subito cercato di raggiungere il lato della strada il più velocemente possibile, ma quando ho provato a farlo, ho sentito come se qualcosa non andasse nella spalla e nell’anca”.

Continuare era impossibile e il classe 1994 se  ne è rapidamente reso conto, dovendo anche affrontare le diagnosi delle varie fratture: “Ho provato molto dolore finché in ospedale non mi hanno somministrato dei farmaci forti. La prima mezz’ora dopo la caduta è stata davvero terribile. La frattura della clavicola è stata subito diagnosticata, ma hanno pensato che fossero colpite anche  le mie costole. Il medico successivo è arrivato e ha annunciato che mi ero rotto sette costole. Poco dopo si scoprì che anche lo sterno era rotto. In realtà in quel momento ero abbastanza tranquillo. Per ridere, ho detto: ‘Spero che non ci siano troppi medici, perché questo significherebbe solo altri infortuni’”.

Al forte dolore fisico, si è inevitabilmente anche affiancata la sofferenza per aver dovuto saltare le corse a cui teneva di più, Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix. “Mi è stato permesso di tornare a casa il giorno della Ronde – aggiunge – Volevo sapere come stavano andando i miei compagni di squadra. Inoltre, non potevo che stare seduto, quindi è stato ancora più difficile evitare la corsa”.

Ma il colpo più duro è arrivato la domenica successiva, in occasione dell’Inferno del Nord: “Il giorno della Parigi-Roubaix non ero a casa e l’ho seguita da lontano. Forse allora è stato un po’ più difficile per me perché ho realizzato meglio. Ero ancora molto stanco e avevo ancora bisogno di molte cure. In quel periodo non potevo allenarmi per molto tempo. È stato mentalmente il momento più difficile delle ultime settimane. È un duro colpo quando, forse nella migliore forma della tua vita, ti ritrovi nelle peggiori condizioni possibili”.

Finalmente comunque il fenomeno fiammingo vede la luce alla fine del tunnel, con un recupero che è sembrato anche più veloce del previsto, pur non consentendogli la partecipazione alla Corsa Rosa. “Le cose stanno andando abbastanza bene, considerate le circostanze – conclude – Nelle ultime settimane ho ripreso a muovermi e posso di nuovo fare le attività quotidiane. Secondo le persone che mi guidano, il recupero sta andando bene. È bello poter indossare di nuovo i pantaloncini, anche se è stato comunque un bel lavoro”.

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